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Cedolare secca al 15% per i contratti con affitto concordato

 

All'interno del "pacchetto casa" contenuto nel decreto legge varato mercoledì dal Governo e in via di publicazione, il Governo alleggerisce le tasse sugli affitti concordati: l'aliquota della cedolare secca passerà in questa fattispecie dal 19% al 15%, con l'attesa di un effetto virtuoso sui proprietari che intendono accettare canoni più bassi a fronte di minori imposte. Una disposizione che renderebbe di nuovo conveniente per i proprietari ricorrere a questo canale rispetto al canone libero.

La differenza minima del trattamento riservato ai canoni agevolati rispetto a quelli liberi, insieme all'Imu (che rispetto all'Ici ha di fatto perso le aliquote ridotte per chi affitta) aveva infatti segnato, in questi anni, il tramonto del canale concordato. Adesso, però, le cose potrebbero cambiare.

La cedolare secca sostituisce l'Irpef e le addizionali comunali e regionali, oltre alle imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione, sulla sua risoluzione e sulle sue proroghe. Un regime che riguarda i redditi derivanti dalle case affittate a uso abitativo e che si fonda su un doppio binario di aliquote: per gli affitti a canone libero al 21% e per quelli concordati al 19%, ora portata dal Dl al 15 per cento. Una misura che potrebbe anche contribuire ad aumentare il gettito. La cedolare secca è stata introdotta infatti proprio per far emergere il nero nel mercato degli affitti,compensando in questo modo le minori entrate Irpef.

Fonte: Il Sole 24 Ore, 30 Agosto

 
 

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